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martedì 4 maggio 2010
Consulente per il divorzio perfetto,tu inizia a guardarti in giro,alle cose stressanti ci pensa lui
Dalla scelta del legale al trasloco, alla spartizione dei doni di nozze: lui pensa a tutto
ELENA LISA
TORINO
A guardare il bicchiere mezzo pieno, separazioni e divorzi contribuiscono alla lotta contro la disoccupazione e creano nuovi - nel vero senso del termine - posti di lavoro. Ad esempio, per i cinici è sbarcata dall’Inghilterra una nuova figura: i «divorce planner», simili ai «wedding» che organizzano matrimoni, mentre loro pianificano party per le separazioni con tanto di lista degli invitati, torta a strati e bomboniere (le più gettonate, bambole voodoo infilzate di spilloni con la foto dell’ex). Se, invece, il bicchiere lo si vede mezzo vuoto, non sfugge la sofferenza dei coniugi che pagano in termini affettivi, economici. E di salute. Perché oltre allo smarrimento per la fine di un amore, il carico di stress da sopportare non è indifferente, specie quando una storia arriva logora al capolinea: c’è l’avvocato da cercare, l’appartamento dove trasferirsi, il trasloco da fare. Poi decidere chi tiene il servizio in porcellana, la macchina, il cane. E seriamente, meglio senza scontri, occuparsi dei figli, organizzarsi con il lavoro, cercare una baby sitter.
Roba da esaurimento a meno che non ci si affidi a esperti, che sanno come muoversi e aiutino a far comprendere che separarsi senza drammi, se proprio non si trova via d’uscita, si può. E probabilmente si deve anche. Questa la filosofia del primo salone del divorzio in Italia - dopo Vienna nel 2007 e Parigi nel 2009 - che aprirà sabato 8 maggio a Milano, all’Hotel Marriott. Si chiama «Ex, punto a capo». Come dire: si è chiusa una storia e si riparte da zero. Del resto, a dispetto delle 160 mila separazioni e dei 100 mila divorzi all’anno, sono 220 mila i matrimoni che si celebrano. E circa 10 mila sono seconde nozze, segno che c’è ancora chi ci crede. «Serve un cambio di mentalità - dice Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani -. Bisogna fare le cose con la testa. In Italia si decide di sposarsi con troppa superficialità. Più ancora di quella con cui si sceglie di divorziare. Ci sono coppie che prima di andare in chiesa, o in Comune, ci chiedono consigli sulla spartizione dei beni in caso di separazione».
Un modo per esorcizzare, visto che alla fine di un matrimonio non c’è nessuno capace di arrivarci preparato. «E così veniamo in soccorso noi - dice Franco Zanetti, ideatore del salone -. Indichiamo le cose da fare, gli specialisti da contattare, le agenzie a cui affidarsi. Sia nel caso in cui la separazione è vissuta con ansia e preoccupazione che nell’altro, dove vincono leggerezza e fatalismo». Diciotto gli stand della fiera: quelli allestiti da beauty-farm che rifanno il look al «divorziando», da aziende che rendono possibili «liste di divorzio» e agenzie immobiliari che, per un tempo limitato, affittano a basso prezzo a chi si sta separando. Per togliersi ogni dubbio, rivolto agli uomini, un laboratorio di biotecnologia per determinare la paternità. Per le donne, agenzie d’investigazioni che propongono programmi anti-stalking. Al salone partecipano anche gli organizzatori di crociere esclusive per divorziati, una specie diversa dai singles. Chi da poco ha chiuso un matrimonio o una relazione importante, non fa altro che parlare dell’ex. E questo, scapoloni e scapolone, si dice non riescano proprio a digerirlo.
A guardare il bicchiere mezzo pieno, separazioni e divorzi contribuiscono alla lotta contro la disoccupazione e creano nuovi - nel vero senso del termine - posti di lavoro. Ad esempio, per i cinici è sbarcata dall’Inghilterra una nuova figura: i «divorce planner», simili ai «wedding» che organizzano matrimoni, mentre loro pianificano party per le separazioni con tanto di lista degli invitati, torta a strati e bomboniere (le più gettonate, bambole voodoo infilzate di spilloni con la foto dell’ex). Se, invece, il bicchiere lo si vede mezzo vuoto, non sfugge la sofferenza dei coniugi che pagano in termini affettivi, economici. E di salute. Perché oltre allo smarrimento per la fine di un amore, il carico di stress da sopportare non è indifferente, specie quando una storia arriva logora al capolinea: c’è l’avvocato da cercare, l’appartamento dove trasferirsi, il trasloco da fare. Poi decidere chi tiene il servizio in porcellana, la macchina, il cane. E seriamente, meglio senza scontri, occuparsi dei figli, organizzarsi con il lavoro, cercare una baby sitter.
Roba da esaurimento a meno che non ci si affidi a esperti, che sanno come muoversi e aiutino a far comprendere che separarsi senza drammi, se proprio non si trova via d’uscita, si può. E probabilmente si deve anche. Questa la filosofia del primo salone del divorzio in Italia - dopo Vienna nel 2007 e Parigi nel 2009 - che aprirà sabato 8 maggio a Milano, all’Hotel Marriott. Si chiama «Ex, punto a capo». Come dire: si è chiusa una storia e si riparte da zero. Del resto, a dispetto delle 160 mila separazioni e dei 100 mila divorzi all’anno, sono 220 mila i matrimoni che si celebrano. E circa 10 mila sono seconde nozze, segno che c’è ancora chi ci crede. «Serve un cambio di mentalità - dice Gian Ettore Gassani, presidente dell’associazione matrimonialisti italiani -. Bisogna fare le cose con la testa. In Italia si decide di sposarsi con troppa superficialità. Più ancora di quella con cui si sceglie di divorziare. Ci sono coppie che prima di andare in chiesa, o in Comune, ci chiedono consigli sulla spartizione dei beni in caso di separazione».
Un modo per esorcizzare, visto che alla fine di un matrimonio non c’è nessuno capace di arrivarci preparato. «E così veniamo in soccorso noi - dice Franco Zanetti, ideatore del salone -. Indichiamo le cose da fare, gli specialisti da contattare, le agenzie a cui affidarsi. Sia nel caso in cui la separazione è vissuta con ansia e preoccupazione che nell’altro, dove vincono leggerezza e fatalismo». Diciotto gli stand della fiera: quelli allestiti da beauty-farm che rifanno il look al «divorziando», da aziende che rendono possibili «liste di divorzio» e agenzie immobiliari che, per un tempo limitato, affittano a basso prezzo a chi si sta separando. Per togliersi ogni dubbio, rivolto agli uomini, un laboratorio di biotecnologia per determinare la paternità. Per le donne, agenzie d’investigazioni che propongono programmi anti-stalking. Al salone partecipano anche gli organizzatori di crociere esclusive per divorziati, una specie diversa dai singles. Chi da poco ha chiuso un matrimonio o una relazione importante, non fa altro che parlare dell’ex. E questo, scapoloni e scapolone, si dice non riescano proprio a digerirlo.
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vita di coppia