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venerdì 6 aprile 2012
preghiera a San Giovanni Decollato
Conoscete la preghiera a San Giovanni Decollato (magari qualcuno che è siciliano)? - Credi, dottrine, reincarnazione, religioni e discipline:
SANGIOVANNI DECOLLATO FIGLIO FIGLIUOLO FIGLIO DI SANTA ELISABETTA E SAN ZACCARIA PORTATE FORTUNA IN CASA MIA,ERAVATE NOVE FRATI,TRE UCCISI,TRE IMPICCATI E TRE ANNEGATI...WIVA WIVA SAN GIOVANNI SAN GIVANNII DECOLLATO.VITTI TRE OMINI CHIANARI LI SCALI DILLA CHIESA SINTIMMU LU IADDU CANTARI E LI CAMPANI DILLA CHIESA SUNARI...W.W. SAN GIOVANNI SAN GIOVANNI DECOLLATO..
PER TUA INTERCEZIONE E MIA DEVOZIONE VORREI SAPERE(E CHIEDI LA GRAZIA )
UN PATER NOSTRO
UNA AVE MARIA
UN GLORIA AL PADRE
ringraziare
esiste una novena per le anime decollate ed è una novena particolare che faceva mio nonno e ricordo la faceva di notte e poi interpretava i segni ...che potevano essere dei suoni delle parole...che sentiva...lui si metteva in balcone seduto a farla.
ovviamente i segnali venivano dati alla fine della novena quindi al nono giorno.
qui a palermo c'è la chiesa delle anime decollate e credo che li diano il libricino con la novena completa...
io onestamente so che è molto veritiera e che ciò che rispondono accade puntuale.
a me personalmente ha fatto sempre paura
in "Usi e costumi del popolo siciliano" del Pitrè etnoantropologo palermitano dell'800 si trova qualche informazione su questa pratica
riporto quanto letto :
"Uomini e donne, giovani e vecchi, tutti hanno un voto, una preghiera, tutti qualche pratica religiosa da compiere per questi geni occulti del bene pronti a soccorrere chi li preghi di consiglio o di aiuto, chi cerchi ad essi un segno della sua sorte avvenire”. (Pitrè) “Geni occulti del bene”, così il Pitrè definisce le “anime dei corpi decollati” alle quali il popolo siciliano è devoto. Secondo la tradizione popolare, queste anime si possono incontrare dappertutto e proteggono i loro devoti. “Nelle città si incontrano nelle vie, in campagna lungo i fiumi, in mare proteggono i naviganti, facendo sentire la loro voce in mezzo la tempesta”. Sono pronti a soccorrere chi li prega o a dare un consiglio o un presagio futuro. A Palermo, il popolo li chiama: “armi di li corpi decullati”, ad Acireale “beati”, a Trapani “armiceddi”. Non si devono però confondere con le anime del purgatorio (armi santi), c’è differenza tra le anime di coloro che morirono per mano del boia e quelle che in vita non furono operosi come dovevano. Ma come nasce il culto delle "anime dei decollati"? In Sicilia e soprattutto a Palermo, antica capitale, le esecuzioni di giustizia erano molto frequenti, qui si giudicavano gli accusati di ogni genere di delitti e venivano condannati alla decapitazione o alla forca . Molte sono le testimonianze lasciateci da illustri scrittori come il Mongitore il Villabianca, il Paruta. A Piazza Marina “si levavan le forche e si strozzavano uomini e donne”. Palermo è l’unica città al mondo dove si venerano le anime dei giustiziati e qui nel 1541, fu fondata la famosa Compagnia del Crocifisso detta dei Bianchi, che aveva il compito di confortare i condannati a morte e suffragarne le anime dopo giustiziati. Nei capitoli della compagnia si legge: “I confrati erano tenuti di accompagnare i rei al patibolo e di portarli poi in ispalla alla sepoltura, quando l’aveano a seppellire alla chiesa di S. Bartolomeo. Ogni Sabato dovevano andare a questuare per le anime dei morti”. La congregazione era composta da nobili, ecclesiastici e cittadini illustri e pii. La congregazione ebbe la sua sede nella chiesa di S. Maria degli Agonizzanti, edificata nel 1630 e tutt’ora esistente. Prima del ‘500, in qualche comune della Sicilia, i condannati a morte venivano giustiziati senza nessun conforto religioso. Si credeva, infatti, dal popolo che una volta morti, essi verrebbero a disturbare i sacerdoti che li avevano assistiti con apparizioni notturne come gli spiriti folletti. Nessun sacerdote, quindi, osava soccorrerli. Furono i Gesuiti che a Bivona (AG) cominciarono dopo il 1554 ad assistere i condannati a morte. Il Santuario dove pare si sia concentrato il culto del popolo per questi “geni tutelari” è la “Chiesa delle anime dei corpi decollati”. Davanti la chiesa vi era la sepoltura dei decollati, sulla quale i devoti andavano a recitare, compiuto “il viaggio”, il rosario e le ultime orazioni per attendere il responso delle anime. Così il Pitrè descrive le pratiche dei fedeli: “I giorni sacri alle anime dei corpi decollati erano il lunedì e il venerdì. In questi giorni, le donne, nelle ore pomeridiane, si partivano di casa e si avviavano verso Porta di Termini ( via Garibaldi). Bisognava venire a Palermo, perché negli altri luoghi non esisteva una chiesa per i giustiziati. Secondo la promessa, il viaggio doveva farsi a piedi scalzi, le scarpe si toglievano proprio alla chiesa della Madonna degli Annegati che sta in mezzo la via che da Porta di Termini va alla chiesa dei Decollati. Il rosario è composto da ave marie, paternostri e gloriapatri. Cominciava il paternostro, seguivano tre requie (requiem aeternam), quindi i misteri come quelli del rosario della Madonna. I misteri sono di questa forma: Armuzzi mei decullati, Novi siti e novi vi junciti, Davanzi ‘u Patr’ Eternu vi nni jiti, Li mei nicissità cci raccuntati, E tantu li prigati, Fina chi la grazia mi cunciditi. Giunti in chiesa, si offre il rosario e si fa la preghiera secondo le proprie intenzioni. Tale preghiera deve essere fatta davanti la balaustra dell’altare consacrato a S. Giovanni Decollato, protettore dei decollati. Compiute le preghiere, la devota passa nella cappelletta che si trova a destra della chiesa “si avvicina ad una lapide, sotto la quale si credono numerosissime le anime e parla o mormora e prega ed interroga e vuole”. Finito di parlare vi applica l’orecchio per attendere il responso, se ode un leggero tintinnio è segno che la grazia è già stata concessa. Tanti sono i desideri e le preghiere: si chiede fortuna negli affari, nel lotto, si prega per la salvezza dei figli in viaggio, per il marito. Le ragazze le cercano per questioni d’amore. E’ importante udire “l’eco delle anime”, il canto del gallo, un fischio, il latrare di un cane, il suono di una chitarra, una bella canzone, il passare di una carrozza erano considerati presagi positivi, mentre il miagolio di un gatto, il raglio dell’asino, un pianto, un lamento, l’acqua che si butta in mezzo la via segni cattivi. In realtà, era la devota che traduceva in segni buoni o cattivi l’eco delle anime, secondo che l’esito della novena doveva essere positivo o negativo. Secondo la credenza popolare, le anime dei decollati andavano di notte sotto sembianze umane, dando consigli e ammonizioni. Si racconta che una donna, assalita dai ladri, vicino Porta S. Giorgio, avendoli invocati, riuscì a recuperare il suo denaro. Molte sono le tradizioni orali, le credenze, le superstizioni del popolo siciliano e in particolare dei Palermitani relative alle anime dei decollati, ma queste strane pratiche, osserva il Pitrè, hanno un fondamento nella concezione cristiana. I giustiziati non hanno diritto alla pietà, perché si sono macchiati dei più atroci delitti e la Giustizia li ha condannati al patibolo, è vero, ma nell’ultimo istante della loro vita si saranno pentiti e la pena che essi pagano è così atroce da purificarli e renderli degni di perdono.
articolo tratto :http://www.scuolamediaquasimodo.it/corpi_dei_decollati.htm
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SANGIOVANNI DECOLLATO FIGLIO FIGLIUOLO FIGLIO DI SANTA ELISABETTA E SAN ZACCARIA PORTATE FORTUNA IN CASA MIA,ERAVATE NOVE FRATI,TRE UCCISI,TRE IMPICCATI E TRE ANNEGATI...WIVA WIVA SAN GIOVANNI SAN GIVANNII DECOLLATO.VITTI TRE OMINI CHIANARI LI SCALI DILLA CHIESA SINTIMMU LU IADDU CANTARI E LI CAMPANI DILLA CHIESA SUNARI...W.W. SAN GIOVANNI SAN GIOVANNI DECOLLATO..
PER TUA INTERCEZIONE E MIA DEVOZIONE VORREI SAPERE(E CHIEDI LA GRAZIA )
UN PATER NOSTRO
UNA AVE MARIA
UN GLORIA AL PADRE
ringraziare
esiste una novena per le anime decollate ed è una novena particolare che faceva mio nonno e ricordo la faceva di notte e poi interpretava i segni ...che potevano essere dei suoni delle parole...che sentiva...lui si metteva in balcone seduto a farla.
ovviamente i segnali venivano dati alla fine della novena quindi al nono giorno.
qui a palermo c'è la chiesa delle anime decollate e credo che li diano il libricino con la novena completa...
io onestamente so che è molto veritiera e che ciò che rispondono accade puntuale.
a me personalmente ha fatto sempre paura

in "Usi e costumi del popolo siciliano" del Pitrè etnoantropologo palermitano dell'800 si trova qualche informazione su questa pratica
riporto quanto letto :
"Uomini e donne, giovani e vecchi, tutti hanno un voto, una preghiera, tutti qualche pratica religiosa da compiere per questi geni occulti del bene pronti a soccorrere chi li preghi di consiglio o di aiuto, chi cerchi ad essi un segno della sua sorte avvenire”. (Pitrè) “Geni occulti del bene”, così il Pitrè definisce le “anime dei corpi decollati” alle quali il popolo siciliano è devoto. Secondo la tradizione popolare, queste anime si possono incontrare dappertutto e proteggono i loro devoti. “Nelle città si incontrano nelle vie, in campagna lungo i fiumi, in mare proteggono i naviganti, facendo sentire la loro voce in mezzo la tempesta”. Sono pronti a soccorrere chi li prega o a dare un consiglio o un presagio futuro. A Palermo, il popolo li chiama: “armi di li corpi decullati”, ad Acireale “beati”, a Trapani “armiceddi”. Non si devono però confondere con le anime del purgatorio (armi santi), c’è differenza tra le anime di coloro che morirono per mano del boia e quelle che in vita non furono operosi come dovevano. Ma come nasce il culto delle "anime dei decollati"? In Sicilia e soprattutto a Palermo, antica capitale, le esecuzioni di giustizia erano molto frequenti, qui si giudicavano gli accusati di ogni genere di delitti e venivano condannati alla decapitazione o alla forca . Molte sono le testimonianze lasciateci da illustri scrittori come il Mongitore il Villabianca, il Paruta. A Piazza Marina “si levavan le forche e si strozzavano uomini e donne”. Palermo è l’unica città al mondo dove si venerano le anime dei giustiziati e qui nel 1541, fu fondata la famosa Compagnia del Crocifisso detta dei Bianchi, che aveva il compito di confortare i condannati a morte e suffragarne le anime dopo giustiziati. Nei capitoli della compagnia si legge: “I confrati erano tenuti di accompagnare i rei al patibolo e di portarli poi in ispalla alla sepoltura, quando l’aveano a seppellire alla chiesa di S. Bartolomeo. Ogni Sabato dovevano andare a questuare per le anime dei morti”. La congregazione era composta da nobili, ecclesiastici e cittadini illustri e pii. La congregazione ebbe la sua sede nella chiesa di S. Maria degli Agonizzanti, edificata nel 1630 e tutt’ora esistente. Prima del ‘500, in qualche comune della Sicilia, i condannati a morte venivano giustiziati senza nessun conforto religioso. Si credeva, infatti, dal popolo che una volta morti, essi verrebbero a disturbare i sacerdoti che li avevano assistiti con apparizioni notturne come gli spiriti folletti. Nessun sacerdote, quindi, osava soccorrerli. Furono i Gesuiti che a Bivona (AG) cominciarono dopo il 1554 ad assistere i condannati a morte. Il Santuario dove pare si sia concentrato il culto del popolo per questi “geni tutelari” è la “Chiesa delle anime dei corpi decollati”. Davanti la chiesa vi era la sepoltura dei decollati, sulla quale i devoti andavano a recitare, compiuto “il viaggio”, il rosario e le ultime orazioni per attendere il responso delle anime. Così il Pitrè descrive le pratiche dei fedeli: “I giorni sacri alle anime dei corpi decollati erano il lunedì e il venerdì. In questi giorni, le donne, nelle ore pomeridiane, si partivano di casa e si avviavano verso Porta di Termini ( via Garibaldi). Bisognava venire a Palermo, perché negli altri luoghi non esisteva una chiesa per i giustiziati. Secondo la promessa, il viaggio doveva farsi a piedi scalzi, le scarpe si toglievano proprio alla chiesa della Madonna degli Annegati che sta in mezzo la via che da Porta di Termini va alla chiesa dei Decollati. Il rosario è composto da ave marie, paternostri e gloriapatri. Cominciava il paternostro, seguivano tre requie (requiem aeternam), quindi i misteri come quelli del rosario della Madonna. I misteri sono di questa forma: Armuzzi mei decullati, Novi siti e novi vi junciti, Davanzi ‘u Patr’ Eternu vi nni jiti, Li mei nicissità cci raccuntati, E tantu li prigati, Fina chi la grazia mi cunciditi. Giunti in chiesa, si offre il rosario e si fa la preghiera secondo le proprie intenzioni. Tale preghiera deve essere fatta davanti la balaustra dell’altare consacrato a S. Giovanni Decollato, protettore dei decollati. Compiute le preghiere, la devota passa nella cappelletta che si trova a destra della chiesa “si avvicina ad una lapide, sotto la quale si credono numerosissime le anime e parla o mormora e prega ed interroga e vuole”. Finito di parlare vi applica l’orecchio per attendere il responso, se ode un leggero tintinnio è segno che la grazia è già stata concessa. Tanti sono i desideri e le preghiere: si chiede fortuna negli affari, nel lotto, si prega per la salvezza dei figli in viaggio, per il marito. Le ragazze le cercano per questioni d’amore. E’ importante udire “l’eco delle anime”, il canto del gallo, un fischio, il latrare di un cane, il suono di una chitarra, una bella canzone, il passare di una carrozza erano considerati presagi positivi, mentre il miagolio di un gatto, il raglio dell’asino, un pianto, un lamento, l’acqua che si butta in mezzo la via segni cattivi. In realtà, era la devota che traduceva in segni buoni o cattivi l’eco delle anime, secondo che l’esito della novena doveva essere positivo o negativo. Secondo la credenza popolare, le anime dei decollati andavano di notte sotto sembianze umane, dando consigli e ammonizioni. Si racconta che una donna, assalita dai ladri, vicino Porta S. Giorgio, avendoli invocati, riuscì a recuperare il suo denaro. Molte sono le tradizioni orali, le credenze, le superstizioni del popolo siciliano e in particolare dei Palermitani relative alle anime dei decollati, ma queste strane pratiche, osserva il Pitrè, hanno un fondamento nella concezione cristiana. I giustiziati non hanno diritto alla pietà, perché si sono macchiati dei più atroci delitti e la Giustizia li ha condannati al patibolo, è vero, ma nell’ultimo istante della loro vita si saranno pentiti e la pena che essi pagano è così atroce da purificarli e renderli degni di perdono.
articolo tratto :http://www.scuolamediaquasimodo.it/corpi_dei_decollati.htm
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