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lunedì 5 gennaio 2009
Lettera alla Befana e altre filastrocche
Mia carissima, dolce Befana, che rammenti la nonna Peppina,
che il mio viso al suo cuor ben stringeva e la fiamma, nel camino, attizzava. Ricamava con le mani rugose, fazzoletti e tovaglie di lino,
poi pian piano nel calor si assopiva e la tela fuggiva di mano.
Io giocavo ai suoi piedi col micio, dal cestino rubando del filo
per sognare i colori del mondo ben creando un intreccio sottile.
Quanto tempo è passato da allora, quante cose son successe costì,
quanti visi son velati dall'ombra di un cammino che non torna più qui!
Quando prossimo era il tuo arrivo, mi celavo zitta dietro al divano,
per carpire segreti e misteri, per spiar l'aria magica invano!
Bamboline di pezza sottile, coi capelli di lana o cotone
e per labbra un ricamo scarlatto e negli occhi due azzurri bottoni.
Bei micetti di legno lucente, scarpe in feltro tutte assai decorate
come quelle che zia Pina portava, che in Tirolo aveva trovato!
Quante notti, senza occhi indiscreti, mamma e nonna vegliavano sì
dopo avermi baciato la fronte ed il viso carezzato così,
ben passate a ciò preparare pel sorriso vedere spuntare.
Mi ricordo un vestito rosso fuoco coi calzetti di lana in pariglia,
una bambola a uncinetto ed un cane con gli avanzi del maglione di Attilia. Or son mamma, cara , dolce Befana, ed il mondo mi spaventa un pochino, non c'è più quella cara sottana che ogni giorno mi stringeva vicino! Sono io, ora a chiederti aiuto, ma non tanto per portare regali di cui oggi i ragazzi son pieni, ma assai vuote restan ognora le mani! Fammi ancor riprovar quei momenti, e quei brividi di sana emozione, fa ch'io possa risentir quelle voci, ritornare, anche in sogno agli ambienti dove tutto era magico e lieve.
E' una mamma che ti chiede il tuo aiuto e che spera ancor di donare
qualche cosa che al cuor faccia bene qualche sogno da non cancellare Perché, credimi, cara Vecchina, con i sogni si vive di più
Fa ch'io possa ai miei figli donare l'emozione che mi hai dato tu
E ti giuro che sarò proprio buona, come sempre, mi hai detto da lassù
Veronica Balboni
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!"
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!"
"La Befana vien di notte
co le scarpe tutte rotte
le calzette a la romana
tira giu' la cappellana.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
un ciuffone tutto blu
fichi e noci butta giu'.
La Befana zitta zitta
quando vien la neve fitta
passa riempie la calzina
oh, che bella Befanina!"
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
il suo sacco è pien di toppe
e le ossa ha tutte rotte.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là, la Befana:
"Eccomi quà!!!"
"La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte,
le sue guance son pagnotte,
i suoi occhi fanno a botte.
Ti va bene se ci credi,
perché troverai bei doni.
Ti va male se la vedi
mentre passa a mezzanotte,
perché troverai carboni
con cipolle cotte!"
"Vien dai monti a notte fonda.
Com'è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene, viene la Befana!"
Guido Gozzano
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la scarpetta
che invita la Vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun, chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata,
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi
degli angeli festanti
ne' lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita
son la vision sentita
nel loro piccolo cuore
ignaro del dolore.
Zitti, zitti presto a letto
la Befana è qui sul tetto,
sta guardando dal camino
se già dorme ogni bambino,
se la calza è ben appesa,
se la luce è ancora accesa!
Quando scende, appena è sola,
svelti, svelti sotto alle lenzuola!
Li chiudete o no quegli occhi!
Se non siete buoni niente dolci né balocchi,
solo cenere e carbone!
Fate nanna, piccolini,
nei lettini
bianchi e belli come panna;
fate nanna!
Dal castello delle fate,
ch’ è lassù, lontan lontano
fra le nevi immacolate,
al camino vien, pian piano
la Befana, ricca e buona,
che vi dona
cavallucci, bamboline
e balocchi senza fine.
Glieli porta l’ asinello,
forte e bello,
che le orecchie ha lunghe assai:
se vi sente, o bimbi, guai!
Fate nanna, piccolini,
nei lettini
bianchi e belli come panna;
fate nanna! E' tornata la befana
a cavallo di una scopa:
vola senza far rumore
nella notte nera nera
Sulle spalle ha tanti sacchi
e li posa sui camini
tira fuori sorridente
i regali per i bambini
Bambole e trenini
giostre e orsacchiotti,
dischi e grembiulini,
dolci e biscottini,
ma più bello ancora
essa sa donare
una grande gioia
che non si può scordare.
http://4amicialbar.forumcommunity.net/?t=11767299
che il mio viso al suo cuor ben stringeva e la fiamma, nel camino, attizzava. Ricamava con le mani rugose, fazzoletti e tovaglie di lino,
poi pian piano nel calor si assopiva e la tela fuggiva di mano.
Io giocavo ai suoi piedi col micio, dal cestino rubando del filo
per sognare i colori del mondo ben creando un intreccio sottile.
Quanto tempo è passato da allora, quante cose son successe costì,
quanti visi son velati dall'ombra di un cammino che non torna più qui!
Quando prossimo era il tuo arrivo, mi celavo zitta dietro al divano,
per carpire segreti e misteri, per spiar l'aria magica invano!
Bamboline di pezza sottile, coi capelli di lana o cotone
e per labbra un ricamo scarlatto e negli occhi due azzurri bottoni.
Bei micetti di legno lucente, scarpe in feltro tutte assai decorate
come quelle che zia Pina portava, che in Tirolo aveva trovato!
Quante notti, senza occhi indiscreti, mamma e nonna vegliavano sì
dopo avermi baciato la fronte ed il viso carezzato così,
ben passate a ciò preparare pel sorriso vedere spuntare.
Mi ricordo un vestito rosso fuoco coi calzetti di lana in pariglia,
una bambola a uncinetto ed un cane con gli avanzi del maglione di Attilia. Or son mamma, cara , dolce Befana, ed il mondo mi spaventa un pochino, non c'è più quella cara sottana che ogni giorno mi stringeva vicino! Sono io, ora a chiederti aiuto, ma non tanto per portare regali di cui oggi i ragazzi son pieni, ma assai vuote restan ognora le mani! Fammi ancor riprovar quei momenti, e quei brividi di sana emozione, fa ch'io possa risentir quelle voci, ritornare, anche in sogno agli ambienti dove tutto era magico e lieve.
E' una mamma che ti chiede il tuo aiuto e che spera ancor di donare
qualche cosa che al cuor faccia bene qualche sogno da non cancellare Perché, credimi, cara Vecchina, con i sogni si vive di più
Fa ch'io possa ai miei figli donare l'emozione che mi hai dato tu
E ti giuro che sarò proprio buona, come sempre, mi hai detto da lassù
Veronica Balboni
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
col vestito alla romana:
Viva viva la Befana!"
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
con la scopa di saggina:
viva viva la nonnina!"
"La Befana vien di notte
co le scarpe tutte rotte
le calzette a la romana
tira giu' la cappellana.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
un ciuffone tutto blu
fichi e noci butta giu'.
La Befana zitta zitta
quando vien la neve fitta
passa riempie la calzina
oh, che bella Befanina!"
"La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
il suo sacco è pien di toppe
e le ossa ha tutte rotte.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
il vestito trulla là, la Befana:
"Eccomi quà!!!"
"La Befana vien di notte,
con le scarpe tutte rotte,
le sue guance son pagnotte,
i suoi occhi fanno a botte.
Ti va bene se ci credi,
perché troverai bei doni.
Ti va male se la vedi
mentre passa a mezzanotte,
perché troverai carboni
con cipolle cotte!"
"Vien dai monti a notte fonda.
Com'è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene, viene la Befana!"
Guido Gozzano
Discesi dal lettino
son là presso il camino,
grandi occhi estasiati,
i bimbi affaccendati
a metter la scarpetta
che invita la Vecchietta
a portar chicche e doni
per tutti i bimbi buoni.
Ognun, chiudendo gli occhi,
sogna dolci e balocchi;
e Dori, il più piccino,
accosta il suo visino
alla grande vetrata,
per veder la sfilata
dei Magi, su nel cielo,
nella notte di gelo.
Quelli passano intanto
nel lor gemmato manto,
e li guida una stella
nel cielo, la più bella.
Che visione incantata
nella notte stellata!
E la vedono i bimbi,
come vedono i nimbi
degli angeli festanti
ne' lor candidi ammanti.
Bambini! Gioia e vita
son la vision sentita
nel loro piccolo cuore
ignaro del dolore.
Zitti, zitti presto a letto
la Befana è qui sul tetto,
sta guardando dal camino
se già dorme ogni bambino,
se la calza è ben appesa,
se la luce è ancora accesa!
Quando scende, appena è sola,
svelti, svelti sotto alle lenzuola!
Li chiudete o no quegli occhi!
Se non siete buoni niente dolci né balocchi,
solo cenere e carbone!
Fate nanna, piccolini,
nei lettini
bianchi e belli come panna;
fate nanna!
Dal castello delle fate,
ch’ è lassù, lontan lontano
fra le nevi immacolate,
al camino vien, pian piano
la Befana, ricca e buona,
che vi dona
cavallucci, bamboline
e balocchi senza fine.
Glieli porta l’ asinello,
forte e bello,
che le orecchie ha lunghe assai:
se vi sente, o bimbi, guai!
Fate nanna, piccolini,
nei lettini
bianchi e belli come panna;
fate nanna! E' tornata la befana
a cavallo di una scopa:
vola senza far rumore
nella notte nera nera
Sulle spalle ha tanti sacchi
e li posa sui camini
tira fuori sorridente
i regali per i bambini
Bambole e trenini
giostre e orsacchiotti,
dischi e grembiulini,
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